Vol. 35, N° 1, Gennaio – Marzo 2013
Valutazione sperimentale dell’esposizione lavorativa ai campi magnetici statici prodotti da una risonanza magnetica da 3 T
Riassunto
Il recente rinvio al 31 ottobre 2013 del termine per il recepimento della Direttiva Europea 2004/40/CE, che stabilisce le prescrizioni minime di protezione dei lavoratori contro i rischi dovuti all’esposizione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz durante il lavoro, mantiene in sospeso le disposizioni di tutto il Capo IV del Titolo VIII del D.Lgs. n. 81/08, riguardante le esposizioni professionali ai campi elettromagnetici, tra cui sono comprese le attività di risonanza magnetica per immagini. In attesa che i limiti di esposizione proposti dalla Direttiva Europea vengano rivalutati, anche alla luce di studi più recenti e delle nuove conoscenze, continuano ad applicarsi come limiti di esposizione per i lavoratori i valori temporali di permanenza a una data intensità di campo magnetico statico proposti dal D.M. 02/08/91. Dal confronto tra i limiti proposti dal D.M. e il tempo necessario per eseguire le operazioni di posizionamento del paziente, si ricava il tempo massimo di permanenza dell’operatore a una intensità di campo prestabilita, ovvero il massimo carico di lavoro per operatore. Al fine di valutare con maggior accuratezza il tempo di permanenza dell’operatore in prossimità del tomografo RM e l’effettivo valore di campo magnetico statico al quale lo stesso si trova immerso durante lo svolgimento delle diverse operazioni di assistenza al paziente, è stato utilizzato un teslametro Metrolab THM1176-PDA, costituito da una sonda isotropica a effetto Hall. Sono stati presi in considerazione i radiologi e i TSRM addetti ad una risonanza magnetica GE Healthcare Discovery 750 MR da 3 T durante la normale attività lavorativa con pazienti deambulanti e collaboranti. La sonda è stata applicata a ciascun operatore a livello dell’emitorace più prossimo al magnete. Dai risultati ottenuti emerge una notevole variabilità dei dati dovuta alle diverse modalità operative con le quali ciascun TSRM accompagna, posiziona e assiste il paziente, soprattutto durante le fasi iniziali dell’esame. I valori medi degli intervalli di tempo in cui il TSRM si trova all’interno della sala magnete (B > 0.5 mT) per posizionare il paziente e per accompagnarlo al termine dell’esame sono risultati, rispettivamente, pari a 220 e 127 secondi. Il medico radiologo ha sostato in media in sala magnete per 162 secondi in occasione del posizionamento di un accesso venoso periferico al braccio e iniezione del mezzo di contrasto. La frazione di tempo per la quale gli operatori sono risultati esposti a livelli di induzione magnetica superiori a 200 mT è risultata prossima al 31% per i TSRM e vicina al 7% per i medici radiologi. I massimi valori di campo statico registrati sono risultati pari a 1550 mT per i TSRM e 409 mT per i medici. Il sistema di misura impiegato, si è rivelato utile per valutare il rispetto dei limiti di esposizione ponderati sul tempo previsti dalla legislazione italiana nonché verificare il massimo valore di induzione magnetica al quale il personale è effettivamente esposto, parametro quest’ultimo rilevante per la valutazione secondo le linee guida internazionali.
Commento
Dopo una dettagliata ed interessante introduzione, che ben riassume l’attuale quadro normativo concernente l’esposizione professionale ai campi elettromagnetici, questo studio di Moro e collaboratori, dell'IRCCS di Pavia ed Università degli Studi di Milano, si propone di misurare in modo diretto il tempo di permanenza degli operatori sanitari in prossimità di un tomografo RM da 3 T.
Nella ricerca si calcola anche l’effettivo valore di campo magnetico statico al quale gli operatori si trovano immersi durante lo svolgimento delle diverse operazioni di assistenza al paziente, al fine di giungere ad una valutazione dell’esposizione individuale secondo il criterio attualmente richiesto dalla legislazione italiana.