Vol. 34, N° 3, Luglio – Settembre 2012
Edilizia: criticità e tutela della salute
Riassunto
Il settore dell’edilizia è strategico in Italia e nel mondo. Ai primi posti per occupati e fatturato, ma anche per infortuni e malattie professionali. Il cantiere si caratterizza come un luogo di lavoro ad alto rischio per la salute e per la difficoltà a mantenere adeguati livelli di sicurezza. Negli ultimi anni si sono fatti passi da gigante, la crisi economica non ha però favorito il miglioramento. Le conoscenze in ambito di prevenzione non sono così diffuse come sarebbe necessario e auspicato (OSHA -UE). Il Medico Competente, “consulente globale dell’impresa”, impegnato nella valutazione del rischio e nella gestione del servizio sanitario aziendale, deve tutelare la salute di una popolazione ad alto rischio per la salute, che invecchia e svolge lavori faticosi ed usuranti, senza una adeguata formazione professionale e cultura, in condizioni di salute spesso precarie e con abitudini di vita a rischio. Esperienze positive ci sono nel mondo ed in Italia. Va implementata la ricerca applicata in campo tecnologico ed ergonomico, vanno migliorati i materiali e gli strumenti, l’organizzazione del cantiere, ridotto il carico di lavoro, migliorate le conoscenze degli effetti sulla salute, i percorsi di riabilitazione e di reinserimento al lavoro. Le procedure e processi devono migliorare la produttività e l’economicità ma essere anche più sicuri e meno pericolosi e le norme dovrebbero essere più coerenti con le specificità del settore.
Commento
In questi ultimi 20 anni, molti passi in avanti sono stati fatti nella prevenzione e tutela della salute dei lavoratori edili. Pur nella evidenza di significativi miglioramenti, rallentati dalla crisi economica attuale, questa categoria di lavoratori rimane però, ancora, quella con il maggior tasso di infortuni e malattie professionali.
Anche con uno sguardo interessato alle esperienze positive realizzate da altri paesi in Europa e oltre oceano, gli spunti e gli spazi per una crescita appaiono molto ampi, sia riguardo la ricerca applicata in campo tecnologico ed ergonomico sia verso l’adozione di modelli di più efficaci, più attenti alla produttività e più sicuri.
La ricerca di Mosconi e collaboratori, degna di nota, analizza a tutto tondo le principali criticità del settore e il contributo della Medicina del Lavoro.
Articoli correlati che potrebbero interessarti
Protocolli per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori della pesca
Vol. 35, N° 4, Ottobre – Dicembre 2013
La valutazione e la gestione dei rischi nel settore marittimo: la pesca professionale
Vol. 35, N° 4, Ottobre – Dicembre 2013
Sorveglianza sanitaria post-occupazionale dei lavoratori dell’amianto.