A distanza di oltre un anno dall’inizio della pandemia da SARS-CoV-2 è chiaro il problema del Long-COVID, ossia il prolungarsi – con un eterogeneo complesso di manifestazioni cliniche subacute e croniche – delle manifestazioni cliniche della malattia che precludono un pieno ritorno al precedente stato di salute, e dei risvolti di questa patologia sia per la gestione di sanità pubblica, sia per la gestione dei lavoratori che rientrano al lavoro.
Segnaliamo alcuni recenti documenti che sembrano particolarmente interessanti:
- l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato in data 1 luglio il rapporto n° 15/2021 “Indicazioni ad interim sui principi di gestione del Long-COVID”, che costituisce le revisione di un precedente rapporto sul tema. Il documento sintetizza l’inquadramento attuale di questa nuova condizione e fornisce indicazioni generali per la sua presa in carico, in linea con le raccomandazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Risulta particolarmente utile ai medici competenti e non per l’accurata definizione dei diversi quadri clinici, le possibilità terapeutiche e di presa in cura del SSN.
- l’Ente Europeo OSHA pubblica invece due linee guida che, pur “rimanendo inevitabilmente sulle generali”, contengono alcune indicazioni pratiche e operative. La prima riguarda i dirigenti e fornisce indicazioni per la gestione dei rientri al lavoro post long covid, con alcuni indirizzi per i medici del lavoro. Occorre tuttavia ricordare che le possibilità di intervento per i medici competenti rimangono strettamente definite dalla normativa attuale, normale e emergenziale. La seconda è indirizzata ai lavoratori è può essere utilizzata per una informativa a tutti i dipendenti.