Domanda:
In una ditta addetta alla promozione, installazione, manutenzione di impinati di telefonia, cablaggio e ristrutturati, soluzioni networking, svolgono controlli di ponti radio e check-point in ambiente chiuso, con frequenza di circa 5 Ghertz e potenza di 1 watt circa ( spero vogliate scusarmmi se non sono molto preciso ). Quali possono essere gli effetti sulla salute e quali le eventuali precauzioni?
Risposta:
Risposta a cura del dott. Michele Marinaro, Fisico Sanitario Usl Veneziana, che ringraziamo.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Il D.Lgs. 81 / 2008 (“Testo Unico”) al Capo IV del Titolo VIII stabilisce prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dalla esposizione ai campi elettromagnetici.
In base alla nuova normativa ogni datore di lavoro deve provvedere alla valutazione del rischio di esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici presenti nella propria azienda e quindi inserirla nel documento di valutazione.
RISCHIO ELETTROMAGNETICO
L’interazione delle Radiazioni Non Ionizzanti (NIR), campi elettromagnetici nello spettro di frequenze da 0 a 300 GHz, con la materia biologica è basata su due differenti e complementari effetti: induzione di correnti elettriche e riscaldamento. L’induzione di correnti elettriche nei tessuti è dominante alle frequenze fino a circa 1MHz. Con l’aumentare della frequenza (radiofrequenze e microonde) diventa via via più rilevante l’assorbimento di energia nei tessuti, dovuti ai rapidi movimenti oscillatori indotti dai campi su ioni e molecole d’acqua, con dissipazione di energia e produzione di riscaldamento.
Per le frequenze tra: 10 MHz – 10 GHz: i limiti di base sono definiti in termini di SAR per prevenire surriscaldamento del corpo umano. I limiti di base di SAR indicati dall’ICNIRP sono 0.4 W/kg per i lavoratori e 0.08 W/kg per la popolazione.
EFFETTI SULL’ORGANISMO
Gli organi più sensibili al riscaldamento prodotto dalle microonde e che quindi possono riportare danni sono in primo luogo quelli meno vascolarizzati, perché in essi manca la rimozione del calore prodotta dalla circolazione sanguigna.
Così risultano sensibili:il cristallino dell’occhio (può derivarne la cataratta) le gonadi (spermatogenesi ridotta, ecc.). Inoltre sono stati segnalati effetti, non esclusivamente termici ma anche di tipo elettrico, in altri apparati:
- sistema nervoso centrale
- sistema neuroendocrino
- sistema immunologico
- sistema cardiovascolare
EFFETTI NON-TERMICI
Per quanto riguarda l’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde sotto i livelli di riferimento, questi non provocano un significativo aumento di temperatura, ma provocano effetti non termici, per i quali però non c’è alcuna evidenza scientifica della loro pericolosità: la IARC non ha ancora assunto alcuna posizione ufficiale sulla cancerogenicità. Su tali meccanismi, anzi sulla loro stessa esistenza, non esiste alcun accordo tra i ricercatori.
Nessuna delle recenti revisioni della letteratura ha concluso che l’esposizione ai campi a radiofrequenze prodotti da telefoni cellulari o dalle stazioni radio base provochi alcun effetto negativo sulla salute. Sono comunque state identificate alcune lacune nelle conoscenze, che richiedono ulteriori ricerche per giungere a una migliore valutazione dei rischi.
ICNIRP (International Commission on Non Ionizing Radiation Protection) riconoscimento ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (International Agency for Research on Cancer, IARC), e dell’Unione Europea; vengono presi in considerazione tutti gli effetti per i quali la letteratura scientifica fornisca basi razionali per la definizione un sistema di protezioneI possibili danni sono a tutt’oggi attribuibili solo a esposizioni intense (effetti acuti); le ricerche per quanto concerne le esposizioni a lungo termine sono ancora in fase di studio
CONCLUSIONI
Alla frequenza di circa 5 GHz e potenza di 1 W, che corrisponde ad una potenza tipica di un telefono cellulare, non sono possibili effetti acuti in quanto non possono provocare un significativo aumento di temperatura, ma possono provocare effetti non termici, per i quali però non c’è alcuna evidenza scientifica della loro pericolosità.
Si suggerisce di provvedere alla valutazione del rischio di esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici presenti nella propria azienda e quindi inserirla nel documento di valutazione.
BIBLIOGRAFIA
Testi nazionali ed internazionali
- Autori vari, a cura di Paolo Bevitori Inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza. Aspetti tecnici, sanitari e normativi. Campi elettromagnetici generati da sistemi fissi di telecomunicazione e dispositivi elettronici
- Maggioli Editore, Rimini, 2000.
- Autori vari, a cura di Paolo Bevitori La protezione dai campi elettromagnetici in ambiente di lavoro Esselibri – Sistemi editoriali, Napoli, 2004.
- Paolo Bevitori e Stefano de Donato La valutazione dell’inquinamento elettromagnetico Con software per il calcolo del campo elettromagnetico generato da linee elettriche e da stazioni radio base sviluppati secondo le Norme CEI – Maggioli Editore, Rimini, 2003.
- Charles Polk and Elliot Postow CRC handbook of biological effects of electromagnetic fields
- CRC Press, Boca Raton, 1986.
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- Parlamento Europeo e Consiglio: Direttiva del 29 aprile 2004 sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici) (2004/40/CE) Gazzetta ufficiale dell’Unione europea – L 184/1, 24 maggio 2004.
- Raccomandazione del 12 luglio 1999 relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz (1999/519/CE) Gazzetta ufficiale delle Comunità europee – L 199/59, 30 luglio1999.
- ICNIRP Guidelines for limiting exposure to time-varying electric, magnetic and electromagnetic fields (up to 300 GHz) Health Physics, Vol.74, N.4, April 1998.
- L.Anglesio – Gruppo di lavoro ANPA/ARPA Guida tecnica per la misura dei campi elettromagnetici compresi nell’intervallo di frequenza 100 kHz – 3 GHz in riferimento all’esposizione della popolazione. ANPA – RTI CTN_AGF 1/2000.
- IEEE Standards Coordinating Committee 28 on Non-Ionizing Radiation Hazards IEEE recommended practice for the measurement of potentially hazardous electromagnetic fields – RF and microwave
- (ANSI/IEEE C95.3-1991), The Institute of Electrical and Electronics Engineers, New York, 1992.
- FCC-OST Bulletin n.65, october 1985 Evaluating Compliance with FCC-Specified Guidelines for Human Exposure to Radiofrequency Radiation.
Risorse Internet
- Il sito dei documenti divulgativi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), che ha redatto sull’argomento dei campi elettromagnetici un’ampia serie di “Fact Sheets” reperibili in italiano all’indirizzo http://www.who.int/docstore/peh-emf/publications/facts_press/fact_italian.htm
- Le “F.A.Q.” (Frequently Asked Questions), documenti a domande e risposte curati da John Moulder del Medical College of Wisconsin;
- Le “Questions and Answers About EMF Electric and Magnetic Fields Associated with the Use of Electric Power” a cura del National Institute of Environmental Health Sciences, all’indirizzo http://www.niehs.nih.gov/oc/factsheets/emf/emf.htm
- http://niremf.ifac.cnr.it/emfref/ e costituisce un buon punto di partenza per i navigatori. Le “Cell Phone Facts” preparate dalla Food and Drug Administration per rispondere alle domande sulla sicurezza dei telefoni mobili, all’indirizzo http://www.fda.gov/cellphones/qa.html