LAVORO IN AMBIENTI CONFINATI

Domanda:

MI HANNO CHIESTO DI REDIGERE UN PROTOCOLLO SANITARIO PER DEI LAVORATORI CHE POSSONO ESSERE UTILIZZATI IN AMBIENTI CONFINATI. SECONDO VOI COSA DEVO VALUTARE PER UNA IDONEITA' ALLA MANSIONE?

Risposta:

Caro Collega, riteniamo che prima di definire i contenuti del protocollo di sorveglianza sanitaria per lavoratori che svolgono attività in spazi sospetti d’inquinamento o confinati, è necessario verificare che nel DVR siano definiti alcuni parametri essenziali quali la tipologia di accesso (dal basso, dall’alto, in orizzontale); la geometria interna dello spazio; la qualità dell’aria interna; le modalità di gestione dell’emergenza con accessi da più direzioni. Compito del MC sarà quindi definire l’idoneità psico-fisica del lavoratore che opera all’interno e all’esterno di quel determinato spazio confinato. Il MC dovrà inoltre verificare che il personale sia stato addestrato  all’uso di DPI di terza categoria ( dispositivi di protezione individuale contro la caduta dall’alto o il recupero dell’infortunato e per la protezione alle vie respiratorie APVR). L’idoneità psico-fisica dei lavoratori, e la loro attitudine e abilità dovranno essere inoltre verificate attraverso attività di informazione e formazione che potranno essere svolte dal MC anche nel corso della Sorveglianza Sanitaria. Pertanto il contenuto del protocollo sanitario dovrà essere definito dal MC in accordo con il livello di rischio.

Dal punto di vista clinico del lavoratore esposto  e tenendo presente  quanto grave sia il livello di rischio che la valutazione evidenzierà  sarà poi  importante rilevare l’assenza di problemi respiratori cronici, cardiaci, ematologici , dismetabolici, neurologici, la situazione della massa corporea e lo stato psicoattitudinale per un lavoro a rischio.

Buon lavoro